sabato 8 giugno 2013

Luigi Pirandello - Mie ultime volontà da rispettare

Questo post voglio dedicarlo ad uno dei miei scrittori preferiti, e sicuramente l'autore di cui condivido tanti aspetti della sua visione del mondo. Vi parlo di Luigi Pirandello.
In questo testo si pone non solo maestro di vita, ma secondo me, anche di morte. Non traspare che umiltà da queste sue ultime volontà. Vuole morire inosservato, perché l'intellettuale è spesso convinto di essere un fastidio per il mondo, un diverso che deve essere spazzato via nel silenzio. Ed è quello che lui stesso desidera.
 


Luigi Pirandello - Mie ultime volontà da rispettare


I. Sia lasciata passare in silenzio la mia morte. Agli amici, ai nemici preghiera, non che di parlare sui giornali, ma di non farne pur cenno. Né annunzii né partecipazioni.
II. Morto, non mi si vesta. Mi s’avvolga nudo, in un lenzuolo. E niente fiori sul letto e nessun cero acceso.
III. Carro d’infima classe, quello dei poveri. Nudo. E nessuno m’accompagni, né parenti, né amici. Il carro, il cavallo, il cocchiere e basta.

IV. Bruciatemi. E il mio corpo, appena arso, sia lasciato disperdere; perché niente, neppure la cenere vorrei avanzasse di me. Ma se questo non si può fare sia l’urna cineraria portata in Sicilia e murata in qualche rozza pietra nella campagna di Girgenti, dove nacqui."