sabato 22 dicembre 2012

I 730 anni della Bandiera Siciliana

Oggi vorrei parlarvi della Bandiera Siciliana, una bandiera che caratterizza il nostro popolo da 7 secoli e può farci ripercorrere la nostra storia attraverso i suoi colori, le sue modifiche, i suoi utilizzi e ovviamente attraverso il simbolo della Trinacria, posto al centro della bandiera.


Partiamo appunto dal simbolo fondamentale, la Trinacria.


Ci sono diverse ipotesi riguardo la sua origine, rispettivamente un'ipotesi Fenicia, una Greca risalente a reperti e scritture del V secolo a.C. e un'altra ancora Minoica del VII secolo a.C. Tale ipotesi non sono le uniche, ma sono invece numerose, proprio perchè il simbolo della Trinacria è anche legato a popolazioni del Sud America, dell'India e della Mesopotamia.

L'ipotesi più comune la lega alla mitologia più vicina a noi. Infatti, la Trinacria è composta dalla testa della principale delle tre Gorgoni, ovvero Medusa, mostro della mitologia Greca, rappresentata con una capigliatura fatta di serpenti e ali d'oro. Inoltre, sono presenti tre gambe piegate all'altezza del ginocchio, che donano allo stemma un movimento rotatorio.

Il nome "Trinacria" trova le sue radici fra lingua greca e latina: greca, in " Trikeles " parola greca composta che significa " Tre promontori "; latina, nella sua derivazione greca, in " Triquetra " che sta per " Tre vertici ". Quindi, applicata l'etimologia alla Sicilia, un'altra ipotesi recita che i " tre vertici " siano proprio gli estremi della forma triangolare della Sicilia, ovvero capo Passero a Siracusa, capo Lillibeo a Marsala, e capo Peloro a Messina.

Successivamente, la Medusa si adorna di una corona di spighe attorno al collo, riferibile alla coltura principale della Sicilia, specialmente in tempi romani quando la Sicilia era il " granaio " d'Italia.

Facciamo adesso un salto, e passiamo al primo utilizzo della vera e propria bandiera, che avviene nel 1282 (data di riferimento della sua nascita).

Bandiera Siciliana del 1282

La Bandiera verrà utilizzata per testimoniare l'unità della Sicilia contro la dominazione Angioina. 
I colori, inversi rispetto a quella odierna, rappresentavano l'unione di Palermo e Corleone, rispettivamente giallo e rosso. Palermo, capitale fin dalla dominazione Araba, rappresentava dunque il potere, mentre Corleone era un centro agricolo molto importante dell'epoca.

Nelle prime fasi dei Vespri, si applicò alla bandiera anche il motto " An. Tu. Do. " Ovvero ANimus TUus DOminus» cioè il coraggio è il tuo signore. Quindi una frase di incitamento.

La guerra del Vespro si concluse con la Pace di Caltabellotta, il 31 Agosto 1302, successiva alla costituzione del Regno di Sicilia del 1296, con al potere Federico III, che rimase al potere del Regno di Sicilia prima e del Regno di Trinacria poi fino al 1337, anno della sua morte.

Dalla costituzione del Regno, si adottò un'altra bandiera 

Bandiera del Regno di Sicilia

Tale bandiera venne adottata sia in età Sveva che in età Aragonese. La presente qui sopra è stata introdotta con l'incoronazione di Federico III, che come ho detto prima, è avvenuta nel 1296. La bandiera si presenta con una croce di Sant'Andrea e barre d'Aragona in alto e in basso. Sarà la bandiera più longeva della nostra storia Siciliana, poichè restò in vigore fino al 1817, quando fu sostituita da un vessillo con lo stemma dei Borbone. Nonostante l'abolizione, restò in utilizzo fino all'unità d'Italia.

L' Assemblea Regionale Siciliana adotta definitivamente, nel 2000, la bandiera così come la conosciamo oggi.




Il mio invito è quello di fare tesoro della storia della nostra bandiera, così come della nostra Sicilia.




Curiosità

L'esempio più lampante della diffusione mondiale della Trinacria è osservabile proprio in Nord Europa.
I Normanni "esportarono" la Trinacria fino all'isola irlandese di Man. 
Infatti, come potete osservare, nella bandiera dell'Isola di Man appare proprio la Trinacria. 





Alla prossima!

Davide


lunedì 27 agosto 2012

Frammenti de " Il giorno della civetta ".

Rieccomi qui! :)

Ho appena finito di leggere " Il giorno della civetta " , romanzo di Leonardo Sciascia, con l'intento devo dire ancora molto "nebbioso" di prenderne spunto per un eventuale discorso all'esame di maturità che terrò tra poco meno di un anno. È uno dei romanzi che più mi è piaciuto, ed è per questo che, dopo averlo letto già una volta, ho scelto di rinfrescarmi la memoria e quindi riprenderlo in mano. Linguaggio che si può definire semplice nella struttura, anche se non capisco bene come mai tanti affermano che non lo è, forse perchè è pienissimo di un linguaggio figurato, che è tanto caro a noi Siciliani che con l'immaginazione ci viviamo, e quindi ci viene abbastanza facile capirlo e assimilarlo.

È un romanzo che ha come tema centrale la mafia, che viene raccontata più come quotidaneità che come un mondo a parte. Infatti, il protagonista è il Capitan Bellodi, proveniente dall'emilia per andare nel profondo Sud e sbattere contro tantissimi muri che cominciano a coinvolgerlo in una spirale senza fine, come la mafia stessa è.Crimini, sotterfugi, conoscienze, barbieri che sanno tutto di tutti, fucili non in regola e capi mafia che hanno bene in mente chi sia uomo e chi no. 

Ho chiamato questo post in questo modo perchè voglio trascrivere alcuni pezzi che mi sono piaciuti.Pochi, ma significativi. 

Cominciamo con il modo in cui il capo mafia  don Mariano Arena cataloga gli uomini tutti. Uno dei pezzi più significativi del romanzo, a mio avviso.

"Io" proseguì don Mariano "ho una certa pratica del mondo; e quella che diciamo l'umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz'uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà. Pochissimi gli uomini; i mezz'uomini pochi, chè mi contenterei l'umanità si fermasse ai mezz'uomini. E invece no, scende ancora più in giù, agli ominicchi: che sono coe i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi. E ancora di più: i pigliainculo, che vanno diventando un esercito. E infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere, chè la loro vita non ha pià senso e più espressione di quella delle anatre."



Una rappresentazione della realtà tipicamente mafiosa, stretta e cruda, tanto che lo stesso Mariano Arena, successivamente, si giustificherà dell'omicidio di un uomo dicendo che prima bisognava considerare se era uomo oppure no. Cioè, se non lo era, quale era il crimine?


Passiamo a qualcosa di più Siciliano..


" Il maresciallo non capiva perchè il capitano stesse applicato a studiare quelle scritture . < È come spremere una cote, non esce niente > disse, alludendo ai fratelli Colasberna e soci, e a tutto il paese, e alla Sicilia intera. "


Non vi è mai capitato di cercare di capire la vera essenza di quest'isola senza mai venirne a capo? Lo sapeva pure Sciascia, chi più di lui.

Adesso vi trascrivo il mio pezzo preferito in assoluto.

" Aveva voluto parlare a un ufficiale, parendogli il brigadiere incapace di cogliere il suo loico rabesco. E ciò discendeva dal fatto, pensava il capitano, che la famiglia è l'unico istituto veramente vivo nella coscienza del siciliano: ma vivo più come drammatico nodo contrattuale, giuridico, che come aggregato naturale e sentimentale. La famiglia è lo Stato del siciliano. Lo stato, quello che per noi è lo stato, è fuori: entità di fatto realizzata dalla forza; e impone le tasse, il servizio militare, la guerra, il carabiniere. Dentro quell'istituto che è la famiglia, il siciliano valica il confine della propria naturale e tragica solitudine e si adatta,in una sofistica contrattualità di rapporti, alla convivenza. Sarebbe troppo difficile chiedergli di valicare il confine tra la famiglia e lo Stato. Magari si infiammerà dell'idea dello Stato o salirà a dirigerne il governo: ma la forma precisa e definitiva del suo diritto e del suo dovere sarà la famiglia, che  consente più breve il passo verso la vittoriosa solitudine "

È la concezione perfetta del siciliano, pensateci un pò: le vere regole, i veri valori, belli o brutti che siano, ma che caratterizzeranno la nostra vita, saranno sempre frutto della nostra famiglia. Mi direte, ma non è per tutti così? Ebbene, penso che per il Siciliano ciò rimanga sempre, la famiglia non si tocca, sputa su tutto quello che vuoi, ma non sulla famiglia, e soprattutto ogni volta che avrò in mano il potere, sempre una famiglia, una cricca, dovrà essere, perchè è lì che trovo rifugio e la mia amata solitudine, ma anche il mio vero potere.
Purtroppo tale concetto, come evidenzia il testo, ha molte connotazioni negative quando ci spostiamo sul fattore criminalità. E di famiglie se ne sanno tante. Mi sa che questa concezione è molto italiana, e non solo siciliana. Un pò come la teoria del padrone.

Alla fine del romanzo, quando il capitano torna a Parma, incontra i suoi vecchi amici, e ne vengono fuori dialoghi a doppia faccia, quella curiosa dei suoi amici verso la Sicilia, e quella sua, sofferente per questa terra, che tanto lo ha umiliato ma che continua ad attirarlo.

Uno dei frammenti è..

" Si fermò improvvisamente e disse, ad una giovane donna che veniva loro incontro ridente < Sei incredibile anche tu: bellissima... > < Come anch'io? E l'altra chi è? " > < La Sicilia...Donna anche lei: misteriosa, implacabile, vendicativa; e bellissima..Come te. >

C'è molta verità in queste parole. Come in tutto il romanzo, che vi consiglio di leggere.

Spero di non avervi annoiato, e anzi di avervi fatto sentire più Siciliani almeno per un momento! Alla prossima :)


Davide






venerdì 20 luglio 2012

388° Festino di S. Rosalia, cosa ho visto.

Il Festino, sicuramente una delle più belle giornate dell'anno a Palermo, una festa non solo per i devoti ma anche per chi vuole sentire tutta l'anima di Palermo in strada, con tutti i suoi lati positivi e negativi.


Ho atteso molto il Festino quest'anno, perchè pensavo a una festa finalmente degna del suo nome e della sua storia, e devo dire che le iniziative di quest'anno le ho apprezzate. Va bene che il tutto è stato organizzato in fretta e furia, però nonostante ciò sono riusciti a fare un buon lavoro, un carro decente e un intrattenimento più organizzato.


A proposito di organizzazione.. Nella mia passeggiata di sabato mattina in bici ho visto delle cose stupende nella loro piccolezza di palermitanità! Un uomo con il lapino che provava per bene lo speaker del suo mezzo, e gente che riempiva di scotch frigoriferi mezzi rotti per fermare il cartello con scritto " Si vende acqua e coca cola ", e lì in cattedrale, dove il carro era fermo in attesa della sera, ho assistito a delle scene comiche in cui palermitani si lamentavano della Santuzza perchè più simile a Belen che alla santa stessa, per il suo totale bianco (che manifestava purezza), nessuna decorazione e le forme un pò troppo evidenti.
" Ma a cu stamu purtannu st'annu 'nno carru? Chista a santa èè?"
..e proprio all'interno del cortile c'era l'elefante che doveva sfilare davanti il carro, simboleggiante l'etnia Tamil presente nella nostra città: " ma chi cos'è st'elefante? Chi ssemu a catania, semu? C'avianu a miattiri 'na bella aquila, no l'elefante! Nuatri ri Paliemmu cu catania semu accussì! (facendo scontrare le dita con la punta) "
C'erano turisti inglesi che erano quasi spaventati per quelle voci così sparse nella calma mattutina della cattedrale, e mi è toccato spiegargli cosa stava accadendo: commento degli inglesi sulla santuzza? " She's so sexy! " ecco, anche loro si sono accorti della sua sensualità, non propria della santa.


Di ritorno da Via Messina Marine, una calma apparente, frigoriferi in mezzo alla strada abbandonati al loro Bellolampiano destino, bancarelle con merce ammassata tutta a un euro, dove entro poche ore si sarebbero buttate tante mamme palermitane alla ricerca dell'occasione, e tantissimi venditori che dormivano tranquillamente nelle panchine, vicini a due ragazzi che stavano preparando centinaia di pullanche per la sera, per arrivare poi a Piazza Kalsa, dove Chiluzzo era prontissimo per le sue delizie, panelle e crocchè, carduna, babbaluci e i ristorantini con le griglie belle pronte per i pesci per la sera!


Arriva la sera, mi dirigo in cattedrale, stavolta volevo vedere tutto dall'inizio! Luci colorate nella Cattedrale, fuochi d'artificio tutti attorno le guglie, uno spettacolo stupendo. Si, io amo la nostra Cattedrale, è una delle più belle del mondo secondo la mia opinione! Parte il carro con la musica, parte l'elefante con dietro tutte le rappresentanze delle etnie palermitane (gente stupenda) e poi, dopo tanto tempo, parte il carro della Santuzza, che quest'anno si è fatta attendere veramente tanto! Durante l'attesa a Porta Felice (nel frattempo tramite viuzze ero arrivato all'inizio del fiume di persone!) c'erano delle stracchiole nei balconi della Porta.
A parte il fatto che mi stavano di un antipatico assurdo, le ho invidiate perchè ho sempre sognato di salire là sopra! All'arrivo del carro con davanti Orlando, ho visto scene spiacevoli ma molto veritiere, che mi aspettavo.
" Ollandoooo, u travagghiu, vogghio u travagghiu! " " Travagghiu pi giovani!! Ollandooooo! "  e lui che salutava e ammiccava a tutti. Dopo mi sono trasferito a Piazza Kalsa.. non l'avessi mai fatto! Non so quante volte ho rischiato di rimanere sotto ad un motorino, che correvano velocissimi in tutte le viuzze, con tanto di " vigili " al centro. In Piazza, il delirio: macchine che non sapevano dove andare, ancora scooter, puzza di pesce, frutta e verdura marcia a terra, uno sporco assurdo, nebbia impregnata di stigghiola e gente non molto piacevole!


In via Lincoln, 7, ancora una volta " vigili " stavamo fermi in strada convincendo la gente di essere là per non lasciar passare nessuno. Si, infatti era pieno di macchine e scooter pure là. Tutt'assieme la festa sembra trasformarsi in una tragedia, almeno per me! La gente che ho trovato in via Lincoln era assurda. Buttava TUTTO a terra, non quello che poteva cadere, ma proprio TUTTO! bicchieri, piatti, cibo, bottiglie, carta di vario tipo, il panino che non andava. Schifato me ne torno a casa prima della fine dei fuochi d'artificio, durati più o meno 20 minuti e senza masculiata! 


Amia e Gesip che fino alla mattina di lunedì, anche dalla notte di domenica, hanno lavorato per mettere tutto in ordine, e devo proprio dirlo, sono passato dalla stessa via Lincoln lunedì, e la situazione era migliorata molto. 

La Cattedrale con luci bianche

Ingresso laterale della Cattedrale con luci colorate

Statua della santa allestita nella viuzza in cui è nato l'uomo a cui è apparsa la santa

Cattedrale illuminata di blu

Cattedrale illuminata di rosso

Porta Felice

La statua di S.Rosalia sopra il carro

Il carro di S.Rosalia


Questo è il festino che ho visto, un saluto a tutti!
Nonostante tutto, viva palermo e santa rosalia.

mercoledì 11 luglio 2012

Il mio legame con Palermo

Buongiorno a tutti! 


Oggi voglio parlarvi del legame con la mia città, perché penso che esso è per tanti palermitani, nonchè anche tanti siciliani, una storia comune, fatta di amore, passione e dolore per questa terra così aspra.

Devo essere sincero, non rispettavo Palermo, e forse non la rispetto ancora adesso.
Da piccolo ero uno di quelli che buttava a terra le cartacce, spesso in quei mucchi già predisposti per la frase " Già ce n'è assai, quindi la butto là! ".
Vi sembrerà banale per tale esempio, ma questa è proprio una cosa psicologica, il buttare dove c'è già un mucchio, accade anche a Londra con i giornali gratuiti che intasano le metropolitane, tutti ammucchiati nello stesso punto. Forse perchè pensiamo siano dei punti ideali per sporcare sempre più, strani quanto siamo. Pura indifferenza, vivere qui non mi faceva nessuna impressione, nè mi induceva a giudicare cosa mi stava intorno.

Ci vivo, ci faccio quello che voglio, tanto non frega a nessuno. Questo è ciò che pensavo e purtroppo sono cosciente che è un pensiero un pò troppo comune!
Ma da 3/4 anni a questa parte, ho preso coscienza, senza una particolare motivazione, di una cosa normalissima: vivo a Palermo! E che cosa è cambiato quindi? Beh, da quando ho scoperto cos'è questa città, cosa nasconde, come è nata e cosa contiene, me ne sono innamorato totalmente: un amore sviscerato, passionale e soprattutto struggente. Si, perchè ho studiato la storia di Palermo e i suoi monumenti grazie alla scuola, e soprattutto quando passeggiavo avevo cambiato il mio modo di guardare quelle cupole, quelle colonne, quelle piazze e sentire le grida dei mercati di Ballarò e del Capo, avevo cambiato il mio modo di vivere questa città, di guardarla e spogliarla con gli occhi, di ammirarla e sentire le voci del suo passato, fatto di glorie, guerre, regni, invasioni.

Tendo a individuare un momento in cui ho capito di essere cambiato. Fin da piccolo vado molto spesso a Monreale, il piccolo paese che guarda Palermo dall'alto, e ogni volta, come un rito da rispettare, entro nel Duomo cittadino, non posso resistere, non c'è motivo di andare a Monreale senza entrare in quel Duomo. Prima di studiarlo, entravo e mi lamentavo solo del fatto che c'era troppo profumo di incenso, però era bello perché si stava al riparo dal sole. E basta, solo per questo motivo.
Dopo aver studiato e quindi scoperto cosa conteneva veramente, ho alzato gli occhi e ho visto cose che mai avevo notato dentro del Duomo, tutti i mosaici dorati che rinchiudevano maestranze di uno dei più bei periodi della storia di Palermo. Quei tasselli mi hanno rapito come non mai, e il mio amore per questa città aveva cominciato a sottomettermi!
Da quel momento in poi mi capita di scendere da casa solo per andare a visitare, nonostante le decine di volte, i monumenti della città, camminare nelle vie più antiche, anche da solo, pur di sentirmi un cittadino cosciente del suo ambiente. E la più grande soddisfazione è vedere i turisti, con fotocamera al collo, che rimangono a bocca aperta dentro la Cappella Palatina.






martedì 10 luglio 2012

Comincia la mia attività da Blogger!

Il mio blog nasce dall'amore che nutro per la mia città, Palermo, e per la meravigliosa Sicilia. Conterrà articoli che riguarderanno arte, cultura, attualità, storia, e quindi monumenti, album fotografici con mie foto, tradizioni, insomma tutto ciò che possa riguardare la bellissima terra in cui vivo.